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10 anni di Visioni Sarde: torna a Sa Manifattura la rassegna di corti che porta il cinema sardo in Italia e nel mondo

admin EVENTI

Il 29 e il 30 settembre Visioni Sarde 2023 ritorna finalmente a Sa Manifattura, per chiudere le proiezioni all’aperto di questa fertile estate di Cinema nella preziosa cornice dell’arena estiva – allestita con la sinergia tra la Fondazione Sardegna Film Commission e il Cinema Odissea – con due serate all’insegna dei cortometraggi realizzati in Sardegna. Opere parte del circuito che – in collaborazione con la Cineteca di Bologna – verranno distribuite in Italia e nel mondo.

Il 29 settembre si festeggeranno i primi 10 anni del premio e verranno presentate alcune delle opere vincitrici nel decennio di Visioni Sarde: Buio (2012) di Jacopo Cullin e Joe Bastardi, con l’indimenticabile Giampaolo Loddo, Il bambino (2015) di Silvia Perra, Disco volante (2016) di Matteo Incollu, Valerio (2018) di Gianni Cesaraccio, L’uomo del mercato (2020) di Paola Cireddu, Mammaranca (2022) di Francesco Piras. Sarà proiettato in anteprima anche il film di animazione coprodotto con il progetto NAS “L’albero del riccio” con la regia di Chiara Sulis. Il 30 settembre verranno mostrate le opere in concorso per l’edizione 2023. 

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“La Regione crede nel Cinema come volano di sviluppo economico e celebrazione della nostra identità isolana – afferma l’Assessore regionale alla cultura Andrea Biancareddu– e l’investimento che abbiamo garantito in questi anni sta dando frutti meravigliosi, come si evince dalla ricca selezione delle opere candidate a “Visioni sarde”: talenti provenienti da tutta la Sardegna, giovani produttori che hanno seguito percorsi di formazione eccellenti nell’isola e fuori dall’isola, entrando a pieno titolo nelle industrie creative europee da protagonisti. CI aspetta una stagione straordinaria e siamo in prima fila per applaudire i nostri giovani talenti”.

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VISIONI SARDE è nata nel 2014 nell’ambito dello storico Festival Visioni Italiane della Cineteca di Bologna con l’obiettivo di raccontare la Sardegna attraverso il cinema. La rassegna negli anni si è imposta all’attenzione del pubblico, degli operatori e della critica per la qualità delle opere selezionate e per l’attenzione rivolta ai nuovi fermenti e tutto ciò che anima il giovane cinema sardo. Anno dopo anno è così diventata sempre più grande mantenendo la sua vocazione di luogo di vetrina per cinema di qualità prodotto in Sardegna e di scoperta e di valorizzazione dei giovani talenti sardi a cui offre l’occasione di raggiungere il più vasto pubblico nazionale e anche internazionale.

I film giunti alla finale della decima edizione sono stati raccolti e preselezionati nei mesi passati dalla Cineteca di Bologna. Questi i titoli scelti: Dalia” di Joe Juanne Piras, “Giù cun Giuali” di Michela Anedda, “Incappucciati, Foschi” di Nicola Camoglio, “Quello che è mio” di Gianni Cesaraccio, “La punizione del prete” di Francesco Tomba, Chiara Tesser, “Ranas” di Daniele Arca, “Spiaggia libera” di Ludovica Zedda, “Ti aspetto qui” di Gabriele Brundu.

Ogni anno la qualità dei cortometraggi di Visioni sarde aumenta e possiamo essere molto soddisfatti dei cortometraggi che quest’anno presenteremo in competizione. Grazie al lavoro della Fondazione Sardegna Film Commission, della Regione Sardegna che sostiene e aiuta i giovani autori, molti registi hanno avuto la possibilità di realizzare film brevi e partecipare al festival Visioni Italiane” sostiene Anna Di Martino direttrice del Festival Visioni Italiane della Cineteca di Bologna.

A scegliere il vincitore sarà una competente giuria costituita da: Claudia Aru-cantautrice, Lia Furxhi-direttrice Centro Nazionale Cortometraggio, Stefania Medda-direttrice dello Spazio Odissea di Cagliari, Francesco Piras-regista, Antonello Zanda-direttore del Centro Servizi Culturali della Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari.

Visioni Sarde è un progetto co-organizzato dalla Cineteca di Bologna e dalla Fondazione Sardegna Film Commission, in collaborazione con l’Associazione Sardi Gramsci di Torino e l’Associazione Visioni da Ichnussa di Bologna.